Unamammanaturale's Blog

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Mammabimbo

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Il barone accigliato

C’era una volta un barone che se ne stava nella sua grande villa,da solo tutto accigliato a contare i denari che aveva accumulato in tutti gli anni di duro lavoro!
Un giorno di lì passarono dei ragazzi che giocavano a palla e facevano grandi schiamazzi mentre si divertivano. La palla finì nel giardino della villa. Allora un ragazzo dai capelli rossi andò a suonare alla porta per farsi restituire la palla! Il barone accigliato restituendo bruscamente la palla disse – non capisco perché dovete fare tutto questo baccano, state attenti che la prossima volta non ve la dò più indietro questa palla! -. Tutta la sera pensò a quei ragazzi e al poco senso che potesse avere “divertirsi”, lavorare piuttosto porta tanti denari! Quella notte uno spiritello andò a trovare il barone e così gli disse – tu non capisci il divertimento di un fanciullo? Domani ti sveglierai e ragazzo ti ristroverai!-.
L’indomani in effetti il barone si svegliò e il pigiama gli stava troppo largo! Si andò a guardare allo specchio e non ci poteva credere, era un ragazzo! Trovò nel suo vecchio armadio dei vestiti tenuti ancora in un ottimo stato e se li mise! Non sapeva che fare, aveva una grande emozione dentro e si sentiva tanta energia nel corpo ma tutto annoiato andò in giardino e non sapeva cosa fare.
Ripassarono i ragazzi del giorno precedente e intimoriti presero la palla in mano e cessarono il loro divertente baccano appena si trovarono nei pressi della villa. Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò al cancello e vedendo un ragazzo dentro la villa gli chiese – ma tu chi sei? Ieri non c’eri! – il barone fanciullo rispose – sono il nipote del barone – non poteva raccontare dello spiritello che gli aveva fatto visita la notte prima- e sono appena arrivato-. Il ragazzo dai capelli rossi contentissimo lo invitò a giocare con loro ma lui imbarazzato gli rispose che non poteva perché non sapeva giocare… -ah ah- rideva divertito il ragazzo dai capelli rossi- ciò è impossibile! È nella nostra natura giocare con tutta l’emozione e l’energia che abbiamo nel corpo… Diciamo che è il nostro lavoro! Dai gioca con noi a rincorrere questa palla!-
Il barone fece entrare i ragazzi nella villa e insieme giocarono tutta la mattina! Non si era mai divertito così tanto nella sua vita! Si ritrovò a ridere e gridare tanto dalla gioia! Non aveva mai conosciuto questa sensazione! Dopo che i ragazzi se ne furono andati ritornò a trovarlo lo spiritello. Il barone lo ringraziò della gioia che gli aveva fatto conoscere e gli promise che non sarebbe più stato sgarbato con gli altri! Capì che la vera gioia non stava nel guadagnare denaro, come gli avevano insegnato i suoi avi, ma in ben altro!
Da quel giorno il barone non più accigliato lasciò aperta la sua villa per fare giocare i ragazzi del vicinato e quando li sentiva gridare e ridere egli provava una gioia immensa.

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Coperta in bamboo

Finalmente ho finito una coperta che con un lascio e piglia continuo ormai ha fatto una anno! È stato un lavoraccio! Tanta pazienza ma poi tanta soddisfazione!

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Lavoro ai ferri da due anni ormai! Grazie a una mia amica, Sara, ho conosciuto un mondo creativo fantastico e rilassantissimo!
Tramite youtube ho perfezionato la tecnica e questi sono i risultati!

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Ogni mercoledì sera con alcune amiche, tra cui Sara, ci incontriamo al Santa Monica per parlare, imparare questa tecnica e quella dell’uncinetto e mangiare insieme!

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Il drago Dino

Questa favola l’ho inventata mentre Andrea ed io eravamo in bagno per la sua popó!

C’era una volta un drago che si chiamava Dino. Dino? Ma che nome è per un drago? Ebbene sì! Si chiamava Dino perché non era consapevole di essere un drago ma si credeva un dinosauro un po’ più bruttino degli altri!
Dino era un po’ triste perché non aveva amici dinosauri. Questi lo prendevano in giro per le sue forme e perché ogni tanto gli usciva un po’ di fumo dalle fauci…
Un giorno durante la sua solita passeggiatina vide una dinosaura molto simile a lui e se ne rallegrò! Questa pure sembrava felice di incontrarlo e gli disse così: – buongiorno, piacere di conoscerti! Finalmente incontro un altro esemplare della mia specie! La nostra razza allora non è perduta! I draghi non saranno più in via d’estinzione ora che ho incontrato te!-
Dino era stupito da queste parole ma non capiva bene cosa volessero dire – draghi? Forse si sta sbagliando signorina! Non conosco nessun drago! Io sono Dino il dinosauro più strambo di questa terra! Piacere di fare la sua conoscenza!-
La draghessa divertita disse che in realtà lui non era uno strano dinosauro bensì un drago con un’arma potentissima: il fuoco! Lo invitò a inspirare tanta aria dal naso e di espirarla fortemente dalla bocca e cosa ne uscì? Tanto di quel fuoco da bruciare un albero gigantesco davanti a lui!
-Ora capisco perché i dinosauri mi prendevano in giro per il fumo che ogni tanto mi usciva dalla bocca! Loro la conoscono la mia natura e ne hanno avuto sempre paura…- pensava tra sé e sé e rivolgendosi alla draghessa – non ho parole per ringraziarla, finalmente mi è chiara la mia identità, non mi chiamerò più Dino, devo trovare un’altro nome. Come posso sdebitarmi per un dono così grande?-. La draghessa rispose – non ho fatto che il mio dovere! Sposiamoci così perpetueremo la nostra specie! Non cambiare nome, sarò io adesso a chiamarmi Dina così insieme conserveremo questa simpatica storia e potranno parlare di noi nel futuro…
I due draghi si sposarono e vissero felici e contenti, fuorché le diverse principesse e i vari cavalieri che speravano di essersi sbarazzati dei draghi.

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Tata

Ieri in ora d’aria (modo dire che utilizza la mia migliore amica quando non è coi suoi due meravigliosi bimbi) sono uscita con mia cugina Chiara.
Anche lei, sentendomi parlare della mia stanchezza, ha uscito l’argomento TATA!
Bene, non so per quale motivo, ma appena si prende questo argomento divento nervosa!
Penso sempre che se io lavorassi o avessi degli impegni improrogabili, allora sì effettivamente avrei bisogno di una persona che mi aiuta… Ma non faccio altro che la mamma! Non sono il tipo che solo perché sono stanca non debba continuare il mio lavoro di mamma! È una delle pochissime cose in cui sto avendo più appagamento nella mia vita! Non so cosa potrei fare altrimenti! Sento che per il momento il mio compito è questo! E non mi piace l’idea di lasciare Andrea a qualcuno per non fare niente! Il mio posto per adesso è accanto a lui!

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La strada giusta?

Ieri tornando a casa ho detto a Dario:
-finalmente ho finito di cercare… Forse ho trovato la disciplina che voglio fare…
Ho fatto di tutto: 1 anno di basket, 2 di danza classica, 2 di tennis, 3 di ginnastica artistica, 2 di arti marziali, 2 di pilates… Ma non mi sono mai sentita pienamente soddisfatta! C’era sempre troppa competizione non solo con gli altri ma soprattutto con me stessa che dovevo fare tutto alla perfezione!
Ho fatto la seconda lezione di yoga al centro Rishi con Roberta e alla fine dell’ora e mezzo avevo il corpo leggero e il sorriso mi affiorava sulle labbra! Quando sono tornata a casa ho preso Andrea in braccio e piena di gioia ed energia ho giocato con lui e ci siamo fatti un bel bagno insieme! Di solito in questo periodo di sera sono troppo stanca e la prima cosa che faccio appena mio marito torna dal lavoro gli “ammollo” il bimbo perché ho bisogno di relax!!!!
Oggi ho incontrato un mio vecchio amico, Giorgio, e siamo stati un’ora a parlare di questa disciplina. Lui la pratica da molti anni ed è spiritualmente impegnato! Da che mi sentivo fiacca, nauseata e mi veniva da svenire, dopo questa conversazione mi è tornata l’energia! Chissà come mai! Mi ha pure regalato un libro su questo argomento. Vedremo…

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Eccomi qua

Buonasera!
L’idea di scrivere un blog mi è venuta da Claudia Porta e dal suo blog, lacasanellaprateria che seguo solo ultimamente purtroppo!
L’idea invece del nome mi è venuta dalla richiesta di una mia amica importantissima di scrivere un libro sui metodi che sto usando con mio figlio, visto la mole di libri che ho letto in materia!
Sono in una fase critica della mia vita:
Ho avuto un bimbo, Andrea, da 8 mesi e ciò mi ha reso estremamente felice quanto fragile! Passo da momenti di estrema euforia ad altri di inspiegabile insofferenza per tutto e tutti.
Fino ad adesso con Andrea ho seguito fortemente il mio istinto nelle cure e nell’educazione! Purtroppo in una città e anche in una società come la mia, dove la donna deve lavorare per stare al passo con gli uomini, non è del tutto compreso il mio desiderio di essere una mamma naturale che allatta a richiesta, che condivide il letto col proprio cucciolo, che porta addosso nella fascia il piccolo dappertutto! Che insomma fa come natura vuole! Il risultato? Mio figlio è un bimbo molto proiettato verso l’esterno, socievole e sempre sorridente!
Ora mi ritrovo a “svezzare” mio figlio! Psicologicamente sono molto in difficoltà perché il mio non é un desiderio di smettere di allattare ma tutt’altro! Vorrei che mangiasse tutto e che se mi chiedesse il latte di poterglielo dare comunque anche se sta mangiando un’altra cosa! Per questo mi sono avvicinata a quella che si chiama: ACR: alimentazione complementare a richiesta. Già solo solo il nome mi dà un sospiro di sollievo e poi risponde alle mie esigenze! Ringrazio Piermarini e il suo libro Io mi svezzo da solo e la Biblioteca delle Balate dove si è tenuto un incontro sull’argomento!
Mii sono avvicinata anche al canto (anche perchè Andrea ama e si calma quando canticchio) e allo yoga… Mha! Vedremo se mi calmerò un po’!

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